29/08/14

"Stampare meno, Trasferire di più" - Seconda parte

La seconda parte dello studio di Foreign Affairs sul "Quantitative Easing per il Popolo",  una sorta di nuova versione delle politiche economiche Keynesiane. 
Qui la Prima parte

 

DISTRIBUIRE DEL CASH
Utilizzando dei trasferimenti in denaro, le banche centrali potrebbero aumentare la spesa senza assumersi i rischi di mantenere i tassi di interesse bassi. Ma i trasferimenti affronterebbero solo marginalmente la crescente disparità di reddito, un'altra grave minaccia per la crescita economica nel lungo periodo. Negli ultimi tre decenni, il salario del 40 per cento più povero dei percettori di reddito nei paesi sviluppati è rimasto stazionario, mentre i lavoratori del top dipendenti hanno visto i loro redditi crescere di molto. La Banca d'Inghilterra stima che il cinque per cento più ricco delle famiglie britanniche ora possiede il 40 per cento della ricchezza totale del Regno Unito - un fenomeno ormai comune in tutto il mondo sviluppato.

 
Per ridurre il divario tra ricchi e poveri, l'economista francese Thomas Piketty e altri hanno proposto una tassa globale sulla ricchezza. Ma una tale politica sarebbe impraticabile. Per prima cosa, i ricchi probabilmente userebbero la loro influenza politica e le loro risorse finanziarie per opporsi all'imposta o evitare di pagarla. Circa 29.000 miliardi dollari di asset off-shore già si trova al di là della portata del Tesoro dello stato, e la nuova tassa i aggiungerebbe solo a quel mucchio. Inoltre, probabilmente la maggior parte delle persone che dovrebbero pagare - il top del dieci per cento dei percettori di reddito - non sono poi così ricchi. In genere, la maggior parte delle famiglie delle fasce più alte di reddito sono di classe medio-alta, non super-ricchi. Gravare ulteriormente su questo gruppo sarebbe politicamente difficile e, come dimostrano i recenti problemi di bilancio della Francia, produrrebbe pochi benefici finanziari. Infine, le imposte sul capitale scoraggerebbero gli investimenti privati e l'innovazione.
C'è un altro modo di intervenire: invece di cercare di trascinare verso il basso la fascia superiore, i governi potrebbero risollevare la fascia più bassa. Le banche centrali possono emettere debito e utilizzarne i proventi per investirli in un indice azionario globale, un pacchetto di diversi investimenti con un valore che oscilla con il mercato, che potrebbero detenere in fondi sovrani. La Banca d'Inghilterra, la Banca Centrale Europea e la Federal Reserve hanno già un proprio patrimonio superiore al 20 per cento del PIL dei loro paesi, quindi non c'è alcuna ragione per cui non possano investire tali asset nell'azionariato globale, a favore dei loro cittadini. Dopo circa 15 anni, i fondi potrebbero distribuire le loro partecipazioni alla fascia a minor reddito dell'80 per cento dei contribuenti. I pagamenti potrebbero essere effettuati su conti di risparmio individuali esentasse, e i governi potrebbero porre dei semplici vincoli sull'utilizzo del capitale.
Ad esempio, i beneficiari potrebbero essere tenuti a conservare i fondi come risparmi o ad usarli per finanziare la loro istruzione, pagare i debiti, avviare un'impresa, o investire in una casa. Tali restrizioni dovrebbero incoraggiare i beneficiari a pensare ai trasferimenti come a degli investimenti nel futuro, piuttosto che come vincite alla lotteria. L'obiettivo, del resto, sarebbe quello di aumentare la ricchezza alla fascia inferiore della distribuzione del reddito nel lungo periodo, cosa che dovrebbe essere molto efficace per ridurre le disuguaglianze.
Ancora meglio, il sistema dovrebbe autofinanziarsi. La maggior parte dei governi possono emettere debito a un tasso di interesse reale prossimo allo zero. Se raccogliessero capitale in questo modo o liquidassero gli asset che attualmente possiedono, potrebbero godere di un tasso di rendimento reale al cinque per cento - una stima prudente, dati i rendimenti storici e le valutazioni correnti. Grazie all'effetto dell'interesse composto, i profitti da questi fondi potrebbero ammontare a circa un 100 per cento di plusvalenze dopo soli 15 anni. Diciamo che un governo emetta un debito equivalente al 20 per cento del Pil a un tasso di interesse reale pari a zero, e poi investa il capitale in un indice di titoli azionari globali. Dopo 15 anni, potrebbe ripagare il debito generato e anche trasferire il capitale in eccesso alle famiglie. Questa non è alchimia. E' una politica che renderebbe il cosiddetto premio di rischio azionario - il rendimento in eccesso che gli investitori ricevono in cambio di mettere il loro capitale a rischio - utile per tutti.

PIU' SOLDI, MENO PROBLEMI
 
Allo stato attuale, le politiche monetarie prevalenti sono state quasi completamente incontrastate, con l'eccezione di proposte di economisti keynesiani come Lawrence Summers e Paul Krugman, che hanno richiesto una spesa finanziata dal governo per le infrastrutture e la ricerca. Tali investimenti, nel nostro ragionamento, potrebbero creare posti di lavoro rendendo gli Stati Uniti più competitivi. E ora sembra che sia proprio il momento giusto per raccogliere i fondi per pagare un lavoro del genere: i governi possono prendere in prestito per dieci anni a tassi di interesse reali prossimi allo zero.
Il problema di queste proposte è che la spesa per le infrastrutture impiega troppo tempo per rilanciare un'economia in difficoltà. Nel Regno Unito, ad esempio, i politici hanno impiegato anni per raggiungere un accordo sulla costruzione del progetto ferroviario ad alta velocità, conosciuto come HS2, e un tempo altrettanto lungo per accordarsi su un piano per aggiungere una terza pista all'aereoporto Heathrow di Londra. Tali grandi investimenti a lungo termine sono necessari. Ma non dovrebbero essere affrettati. Basta chiedere ai berlinesi sul nuovo inutile aeroporto che il governo tedesco sta costruendo per oltre $ 5 miliardi, e che ora ha circa cinque anni di ritardo. I governi dovrebbero quindi continuare ad investire in infrastrutture e ricerca, ma quando si trovano di fronte a una domanda insufficiente, devono affrontare rapidamente e direttamente il problema della spesa.
Se i trasferimenti finanziari rappresentano una cosa sicura, allora perché nessuno ci ha provato? La risposta, in parte, si riduce a un incidente della storia: le banche centrali non sono state progettate per gestire la spesa. Le prime banche centrali, molte delle quali sono state fondate alla fine del XIX secolo, erano state progettate per eseguire alcune funzioni di base: emettere moneta, fornire liquidità al mercato dei titoli di Stato, e mitigare il panico bancario. Esse sono principalmente impegnate nelle cosiddette operazioni di mercato aperto - in sostanza, l'acquisto e la vendita di titoli di Stato - che hanno rifornito le banche di liquidità e determinato il tasso di interesse sui mercati monetari. Il “Quantitative easing”, l'ultima variante di quella funzione di acquisto di bond, si è dimostrato in grado di stabilizzare i mercati monetari nel 2009, ma ad un costo troppo alto considerando quel poco di crescita che ha raggiunto.
Un secondo fattore che spiega la persistenza del vecchio modo di fare business coinvolge i bilanci delle banche centrali. La contabilità convenzionale tratta di denaro - banconote e riserve - come passività. Quindi, se una di queste banche erano a rilasciare i trasferimenti di denaro al di sopra delle proprie attività, si potrebbe tecnicamente avere un patrimonio netto negativo. Ma non ha senso preoccuparsi della solvibilità delle banche centrali: dopo tutto, possono sempre stampare più soldi.
 
Le più potenti resistenze ai trasferimenti di denaro sono politiche e ideologiche. Negli Stati Uniti, per esempio, la Fed è estremamente resistente ai cambiamenti legislativi che interessano la politica monetaria, per paura di azioni del Congresso che potrebbero limitare la sua libertà di azione in una futura crisi (ad esempio impedendogli il salvataggio delle banche estere). Inoltre, molti conservatori americani considerano i trasferimenti di denaro come misure socialiste. In Europa, che si potrebbe pensare essere un terreno più fertile per trasferimenti di questo tipo, la paura tedesca dell'inflazione che ha portato la Banca Centrale Europea ad alzare i tassi nel 2011, nel bel mezzo della più grande recessione dagli anni '30, ci fa capire che la resistenza ideologica può essere presente anche lì.
 
Coloro che non amano l'idea delle elargizioni di denaro, tuttavia, dovrebbero rappresentarsele come se le famiglie povere ricevessero un'eredità o godessero di agevolazioni fiscali impreviste. L'eredità è un trasferimento di ricchezza che non è stato guadagnato dal destinatario, e la sua tempistica e l'ammontare sono fuori dal controllo del beneficiario. Anche se il dono può provenire da un membro della famiglia, in termini finanziari, è simile a un trasferimento di denaro diretto da parte del governo. La gente povera, naturalmente, di solito non ha parenti ricchi e quindi raramente riceve delle eredità - ma secondo il piano proposto qui, è come se la ricevessero, ogni volta che il loro paese sia a rischio di entrare in una recessione.
 
A meno che non si condivida l'opinione che le recessioni siano terapeutiche o meritate, non c'è ragione per cui i governi non dovrebbero cercare di porvi fine, se possono, e i trasferimenti in denaro sono un modo particolarmente efficace per farlo. Per prima cosa, farebbero aumentare rapidamente la spesa e le banche centrali potrebbero attuarli istantaneamente, a differenza delle spese in infrastrutture o delle modifiche al sistema fiscale, che in genere richiedono dei provvedimenti legislativi. E a differenza di tagli dei tassi d'interesse, i trasferimenti di denaro influenzerebbero la domanda direttamente, senza gli effetti collaterali di distorsione dei mercati finanziari e dei prezzi degli asset. Inoltre aiuterebbero ad affrontare le disuguaglianze - senza dover spellare i ricchi.
 
Ideologia a parte, i principali ostacoli alla attuazione di questa politica sono superabili. Ed è ormai tempo di un'innovazione del genere. Le banche centrali stanno gestendo le economie del ventunesimo secolo con una serie di strumenti di politica economica inventati oltre un secolo fa. Facendo troppo affidamento su quelle tattiche, hanno finito per abbracciare delle politiche dalle conseguenze perverse e dai risultati scarsi. Tutto quel che ci vorrà per cambiare rotta e provare qualcosa di nuovo è coraggio, cervello, e statura politica.

Traduzione di Carmenthesister

Prima parte




1 commento:

  1. German Retail Sales Drop in July

    http://online.wsj.com/articles/german-retail-sales-drop-in-july-1409296222

    RispondiElimina