25/12/13

I sacrifici umani non portano crescita economica

John Aziz su Pieria paragona il fanatismo inglese per l’austerità, con i conseguenti tagli alle spese sociali, ai sacrifici umani di un tempo: oggi si vogliono placare gli dèi del mercato, ma i bond vigilantes non esistono in uno stato a moneta sovrana e una vera ripresa si ottiene solo con politiche fiscali espansive.  


No, Human Sacrifices Do Not Lead To Economic Growth

David Cameron pretende che l'economia britannica sia in ripresa, e naturalmente il suo governo ne rivendica il merito alle sue politiche di austerità. 
 
Sotto molti punti di vista, si tratta di uno scherzo di pessimo gusto. Possiamo paragonarlo a una società primordiale che, fatti sacrifici umani per placare gli dèi ed avere un buon raccolto, ottiene effettivamente un buon raccolto — cosa che, ovviamente, non ha nulla a che fare con i sacrifici umani e molto a che fare con il tempo — e quindi sostiene l’utilità dei sacrifici umani.

E, sia chiaro, escludere i poveri dallo stato sociale è una pratica totalmente analoga ai sacrifici umani. Lo stato sociale si occupa delle persone che non riescono a trovare lavoro. E siccome a causa del pessimo stato dell’economia ci sono molte più persone in cerca di lavoro che posti di lavoro disponibili, inevitabilmente molti sono disoccupati. Se si diminuisce la spesa in stato sociale, semplicemente si tolgono soldi dall’economia. La spesa dei disoccupati diminuirà e pertanto il reddito di tutti gli altri verrà diminuito di pari importo. E infatti, l’evidenza dimostra che a una maggiore austerità, corrisponde una minor crescita economica.

L'intento è molto simile a quello di coloro che fanno i sacrifici umani — placare le divinità inesistenti dei bond vigilantes e della fatina fiducia. Il concetto che gli dèi del mercato debbano essere placati in un paese padrone della propria moneta è assurdo; i tassi di interesse — il prezzo del credito — sono bassi perché l'economia è debole e i mercati non credono nella ripresa. Molti investitori, in particolare quelli istituzionali che prediligono investire in mercati altamente liquidi, preferiscono affidarsi alle obbligazioni anziché rischiare il loro denaro in imprese produttive. I tassi bassi sono una grande opportunità per il governo di investire in infrastrutture e altri progetti a lungo termine a un prezzo scontato, proprio perché i titoli di stato sono visti come un bene sicuro che fornisce comunque un certo rendimento. E, ovvio, investire farebbe rialzare i tassi. Ma questo è il punto.

Gli investitori istituzionali semplicemente non venderanno le loro obbligazioni ad alto rendimento per tenersi liquidità a basso rendimento. Se i cosiddetti bond vigilantes vendessero i loro titoli di stato, come Cameron teme, e investissero in attività produttive, questa sarebbe una manna per l'economia, dato che una ripresa delle attività farebbe crescere il reddito nazionale, creerebbe posti di lavoro e aumenterebbe le entrate fiscali, abbattendo il deficit! Nel nostro caso, l’aumento dei tassi di interesse — la cosa che Cameron sta disperatamente cercando di evitare — sarebbe un segno di ripresa, non un segno che gli dèi del mercato stanno per punirci per le nostre colpe.

Sì, i sostenitori dell’austerità richiameranno l’esempio della Grecia e della periferia dell'eurozona come esempi di paesi dove i bond vigilantes sono apparsi e hanno distrutto l'economia. Ma si tratta di paesi appartenenti a un'unione monetaria, che non controllano la propria valuta. La loro disponibilità di moneta — e quindi il prezzo del loro credito — è in balia di una banca centrale estera. Una cosa del genere non solo rende possibile la salita vertiginosa dei tassi di interesse — la rende anche più probabile a causa delle fughe di capitali verso altre parti dell'unione monetaria. Naturalmente, una volta che la BCE comincia ad occuparsi del problema, i tassi tornano a scendere. In Gran Bretagna, noi controlliamo la nostra moneta, ciò significa che la disponibilità di denaro non potrà improvvisamente mancare, perché la Banca centrale può tranquillamente impedirlo.


Il concetto che la fiducia nell'economia verrà ripristinata dai tagli alla spesa, perché i job creators (termine utilizzato dalla propaganda tea-party per indicare i super-ricchi che reinvestirebbero i loro soldi nell'economia, ndt) si aspetteranno un futuro abbassamento delle tasse è altrettanto stupido. Non c’è alcuna evidenza né giustificazione teorica che il danno derivante dal togliere soldi dall'economia venga compensato dalla prospettiva futura di un abbassamento delle tasse. Di nuovo, i dati dimostrano che ad austerità più severa corrisponde una peggiore performance della crescita. Questo suggerisce che riducendo drasticamente la spesa e togliendo soldi all'economia in realtà si riduce la fiducia. Chi lavora nell'economia reale è più preoccupato dal calo immediato di spesa, piuttosto che dagli ipotetici vantaggi che ne potrebbero derivare in futuro.

Ma allora, se le politiche di Cameron stanno fallendo, perché l'economia britannica è in ripresa? Risposta semplice: non è una vera ripresa. Il tasso di crescita è aumentato (dallo zero precedente), ma siamo ancora bloccati nella più profonda crisi mai vista dalla grande depressione. Certo, il tasso di crescita è aumentato. Perché? Beh, l’economia mondiale è in crescita. L'economia americana sta finalmente ripartendo. L’Europa  ha smesso di peggiorare. La Cina e l’India sono ancora in forte crescita. E qui in Gran Bretagna, la nostra banca centrale è impegnata in un forte stimolo monetario.

Siamo fortunati a causa del bel tempo atmosferico, proprio come spesso capitava a coloro che facevano sacrifici umani. E c'è un reale pericolo che molti seguiranno questa logica — e inizieranno a credere che il meteo clemente sia il risultato dei sacrifici umani, e che altri sacrifici umani siano necessari per la crescita.

In agricoltura, la vera soluzione, naturalmente, risiede nell’imparare a irrigare e fertilizzare il terreno. Questo è l’analogo delle politiche fiscali keynesiane— spendere soldi per creare posti di lavoro e generare reddito. Se avessimo sfruttato a dovere la disponibilità di credito a basso costo derivante dall'economia depressa per investire in infrastrutture e altri progetti a lungo termine, già anni fa avremmo probabilmente avuto una vera ripresa. Queste scelte, naturalmente, richiedono coraggio e immaginazione. Molti degli stimoli keynesiani — compresi gli stimoli di Obama — non producono risultati all’altezza delle aspettative, perché non si avvicinano neppure ad un utilizzo completo dell'offerta di credito a basso costo, e non creano posti di lavoro sufficienti ad abbassare adeguatamente il tasso di disoccupazione.

Ma naturalmente, sfidare coloro che pretendono sacrifici umani e domandare l'uso dell’irrigazione e dei fertilizzanti in agricoltura richiede coraggio ed immaginazione. È difficile convincere quelli che pensano che la correlazione implichi necessariamente una causalità e che un cattivo raccolto significhi semplicemente che più persone devono essere sacrificate a divinità inesistenti. Ma, alla fine, l'agricoltura è progredita. Spero così anche per l’economia.

1 commento:

  1. Bell'articolo! Lo giro ai miei amici, sempre sperando che sia l'ennesimo tassellino verso la loro emancipazione dalla propaganda pude.... io insisto!

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