16/11/13

Krugman: il Keynesismo Armato degli anni '30 e l'Austerità di oggi

Krugman sul New York Times mette a confronto la Grande Depressione degli anni '30 con la Grande Crisi di oggi: se la buona notizia è che oggi non si usa la guerra armata per giustificare una politica di spesa che riporti alla crescita, quella cattiva è che senza guerra i leader politici non hanno altro da offrire che l'austerità: spese utili e costruttive non sia mai!



di Paul Krugman -  Europe’s Remarkable Achievement
Dopo quella che è sembrata come una crescita in qualche modo decente nel secondo trimestre, i fautori dell'Austerità europea si sono affrettati a gridare ai quattro venti che le loro politiche economiche stavano dando i loro frutti.  Dopo gli ultimi dati, che mostrano una stagnazione, si può affermare che non è proprio così. 


E tenete a mente che siamo ora al 6° anniversario dall'inizio della recessione europea. Ed ecco quel che trovo incredibile. Il confronto tra la produzione industriale e i dati degli anni '30, che si possono trovare qui.  Quando metto a confronto l'Eurozona di oggi con l'Europa di allora, ottengo questo grafico: 


Il mio slogan per Obama era: "Non è peggio della Grande Depresione!"  Ma l'Europa non può nemmeno appellarsi a questo. A questo punto va proprio male come nella Grande Depressione - e mentre le economie Europee a questo punto negli anni '30 erano comunque in forte ripresa, ora invece sono in stagnazione. 

Riuscire a far peggio che negli anni '30; questo è un risultato notevole.


Molti osservano che le cose allora erano differenti, perché l'Europa si stava riarmando. 

Uhm, e quindi qual'è il loro argomento?

Non esiste nessuna ragione speciale che fa della spesa militare uno stimolo migliore rispetto ad altri tipi di spesa - piuttosto il contrario, perché spendere in maniera utile può accrescere il potenziale dell'economia nel lungo periodo tanto quanto dargli un sostegno nel breve periodo. Quindi quando si attribuisce la ripresa europea degli anni '30 alla spesa militare, si sta dicendo che quel di cui l'economia aveva bisogno allora era una politica fiscale espansiva - e ne aveva così terribilmente bisogno che persino una spesa così distruttiva ha avuto un effetto positivo.

Nel tempo presente, la buona notizia è che abbiamo la pace. Quella cattiva è che i leaders europei, in mancanza dell'incentivo ad armare gli eserciti, hanno dato ascolto ai profeti dell'austerità, e hanno tagliato le spese mentre avrebbero dovuto aumentarle. E il risultato è una depressione che è sulla buona strada per diventare ancora peggiore che negli anni '30.

4 commenti:

  1. In Italia hanno fatto di ben peggio: hanno svuotato le tasche dei cittadini a suon di ulteriori tasse micidiali, i quali hanno smesso di spendere, visto che avrebbero potuto farlo solo indebitandosi (e all'europa questo andrebbe benone, visto l'enorme debito privato di stati considerati virtuosi tipo l'olanda, contro la grande patrimonializzazione dell'italia).
    E' anche vero comunque che un'economia di guerra si regge in ultima analisi sul lavoro forzato, che e' sostanzialmente la stessa cosa della sottrazione forzosa di risorse private a mezzo tassazione per indirizzarle verso spesa pubblica percepita come inutile, ad essere onesti fino in fondo.
    Forse la crisi che stiamo vivendo ha ragioni di fondo che vanno oltre l'econometria, e stanno nel fatto che il lavoro ormai e' una attivita' fine a se stessa: come predica la nostra costituzione, in fondo.

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  2. Krugman queste cose farebbe bene a non scriverle, rischia di essere ascoltato:
    http://vocidallagermania.blogspot.it/2013/11/la-nuova-politica-di-potenza-tedesca.html

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    1. Già...da tener d'occhio questo prossimo consiglio europeo di dicembre sulla politica estera e di difesa comune.

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  3. Strade, porti, ponti, scuole, sanità', tutela ambiente, tutela siti storici e patrimonio artistico, promozione turistica, ecc...
    Invece no, austerità, disoccupazione, deflazione, precarietà e qualche bombardiere in più....

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